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  • Ultima modifica dell'articolo:15 Febbraio 2021

GLI ATTREZZI AGRICOLI PRIMA DELLA MOTORIZAZIONE

Dovendo liberare, alcuni magazzini e ripostigli, sono tornati alla luce dei vecchi attrezzi adoperati dai contadini “zignolesi” per il lavoro nei campi e del fabbisogno giornaliero.

Sono pezzi di nessun valore: fatti di ferro arrugginito e a volte con inserti in legno, altri anche di solo legno tarlato prossimo al disfacimento.

Riguardandoli bene, però, ci si accorge della loro grande storia di aiuto (anche se non venivano utilizzati ogni giorno) al lavoro manuale dei contadini di allora.

Sono attrezzi rudimentali molto semplici di produzione artigianale, probabilmente di fabbri o falegnami locali o addirittura pezzi che ogni contadino si auto costruiva; specialmente le parti in legno facilmente usurabili ma anche altrettanto facilmente ricostruibili.

I nostri nonni al lavoro nei campi

Analizzando il tipo di agricoltura di autoconsumo esercitata (ogni contadino lavorava per produrre quasi tutto il necessario per il sostentamento della famiglia, molto poco era destinato all’introito economico e se era mezzadro doveva dare anche la metà al padrone) ecco come mai sono stati accantonati cosi tanti utensili che servivano per eseguire le varie attività agrarie.

La maggior parte sono stati sostituiti dalle macchine agricole e quindi proprio dimenticati, altri sono adoperati saltuariamente per alcuni piccoli lavoretti di giardinaggio o per piccole produzioni (dove la manualità è diventata il passatempo e non certo la produttività).

Volendo individuare il periodo storico e le cause di quando questi attrezzi sono andati in disuso, per la maggior parte possiamo dire che gli anni attorno al 1960 diedero la svolta all’avvento delle macchine agricole meccaniche, in conseguenza anche della costruzione della nuova strada principale, che attraversa tutto il territorio di Gignola.

Fino a quel periodo infatti, c’erano solo piccoli sentieri o viottoli percorribili a piedi dalle persone o dagli animali (mucche, cavalli, asini, pecore e capre).

Le mucche erano la fonte principale di ogni agricoltore: servivano per i vitelli, per la produzione del latte, come forza motrice per arare i campi e per il traino dei carri a slitta (le “traze” e le “bene” erano senza ruote in quanto le strade non lo permettevano).

Naturalmente vi era la necessità del mantenimento degli animali, una serie di attrezzatura era dedicata a tale scopo; infine da non dimenticare il letame prodotto (era veramente biologico, neppure la più minuscola fonte di inquinamento era presente).

Legato in parte agli animali la produzione: del frumento (grano, mais, avena e farro), fave, ceci, patate, lupini, ecc.

Altro lavoro impegnativo la produzione del vino, tante le cose dedicate che ancor oggi vengono adoperate anche se con scopi amatoriali.

Ben pochi reperti per quanto riguarda l’olivicoltura è rappresentato, anche perché si adoperavano strumenti atti anche a altre lavorazioni (vigneto, bosco) o attrezzi che venivano fatti nuovi ogni anno (come le canne per bacchiare le olive). A sorpresa abbandonate da chissà quanti anni, in un angolo, attrezzi veramente strani: sembrano martelli, zappette, punteruoli,ecc. ma con forme particolari .

All’inizio non si sapeva a cosa potevano essere serviti, poi pensando al territorio si è capito che venivano adoperati per la sluppatura degli ulivi. (Anche per l’olivicoltura pertanto non mancano i reperti).

Il riscaldamento invernale delle case era fatto con la legna, una parte era il ricavato dalla potatura degli alberi da frutto, olivi e vigne, ma la maggior parte veniva tratta dal bosco che forniva anche le castagne, i funghi oltre il legname per i vari utilizzi.

Ancora efficienti una serie di attrezzi per la costruzione di muretti a secco, per la regimazione delle acquee e piccoli manufatti per il ricovero del bestiame.

Dopo tanti attrezzi che servivano per il lavoro nei campi, la parte dedicata alla casa è rappresentata con molti utensili, alcuni sicuramente conosciuti, altri vere sorprese.

Dopo il 1950 un altra innovazione importante da ricordare era senza dubbio “la luce”: l’elettrificazione delle case aveva cambiato notevolmente il vivere delle famiglie, soprattutto delle ore senza luce solare.

Vedere oggi certi oggetti può far anche sorridere, ma all’epoca sono stati tutti pensati e costruiti per aiutare e facilitare anche il più piccolo fabbisogno del contadino gignolese.

AL MOMENTO STIAMO RACCOGLIENDO E RESTAURANDO I VARI REPERTI.
E’ NOSTRA INTENZIONE ADIBIRE UN PICCOLO SPAZIO DOVE ESPORLI PER CHI CI VERRÀ A TROVARE.